Diventare vegani: 3 buoni motivi per cambiare la tua alimentazione

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Da Einstein a Da Vinci. Da Paul McCartney a Louis Hamilton. Se pensavi che il veganismo e il vegetarianesimo fossero una moda o qualcosa di caratteristico del XXI secolo, ti sbagli di grosso.

Già Tolstoj scriveva «Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani». Scrittori, scienziati e filosofi di tutti i tempi hanno da sempre predicato questo stile di vita. In realtà alcune delle menti più brillanti della storia sono state vegetariane per tutta la vita. E perché, secondo te? 


"Nulla gioverà alla salute umana o aumenterà le nostre possibilità di sopravvivere alla vita sulla terra più dell'evoluzione verso una dieta vegetariana" (Albert Einstein).

"L'uomo è il re degli animali, perché li supera tutti con crudeltà. Fin dalla più tenera età ho aborrito l'alimentazione degli animali, e so che verrà il giorno in cui uomini e donne si opporranno all'uccisione degli animali mentre ora rimproverano l'uccisione dei loro simili" (Leonardo da Vinci).


Per ragioni etiche o religiose, per compassione e amore per gli animali, o dopo aver scoperto gli immensi benefici che questo tipo di regime alimentare può avere per la propria salute, queste figure storiche fanno riferimento al vegetarismo come migliore alternativa alla vita. Ma perché non parlano mai del veganismo?


Le origini del veganesimo


Il termine "veganismo" fu coniato solo nel 1944 dal britannico Donald Watson, quando - insieme a Elsie Shirgley - fondò l’associazione Vegan Society prendendo le distanze dalla Vegetarian Society. Quest’ultima, infatti, promuove un regime alimentare che include alcuni derivati animali come le uova e i latticini. Watson spinse il ragionamento più in là, guardò alla condizione animale nel suo insieme e sostenne che lo sfruttamento di mucche, pecore e capre per ottenerne il latte fosse inaccettabile.“Il veganismo fu presentato quindi come uno stile di vita non violento, che elimina lo sfruttamento, la sofferenza e l’uccisione degli animali.” (1) Questo evento storico ha la sua ricorrenza annuale il primo di novembre, quando si festeggia il “vegan day”.

Sarà però Leslie J. Cross, qualche anno più tardi (1949), a dare una definizione finale di veganesimo. Si parla di un “principio di emancipazione degli animali dallo sfruttamento umano” che sancisce la nascita di una scelta non solo alimentare, ma anche etica. Da questo momento, infatti, il veganesimo rifiuta anche tutti quei prodotti di uso quotidiano che prevedono la sperimentazione sugli animali o il loro maltrattamento. Oltre ai derivati animali, sono vietati anche abiti e accessori in pelle, lana e seta e cosmetici e prodotti testati sugli animali. Non si tratta solo di ciò che si mangia, ma di uno stile di vita complessivo e, quindi, di una vera e propria una filosofia.

Oggi ci sono più di 600 milioni di vegetariani nel mondo: l’India è il paese con più vegetariani, mentre Israele quello con più vegani. 


Ma allora qual è la differenza tra Veganismo e Vegetarianesimo?


Il vegetarianismo (anche vegetarismo o vegetarianesimo) designa, nell'ambito della nutrizione umana, un insieme di diverse pratiche alimentari accomunate dalla limitazione o dall'esclusione di parte o del totale degli alimenti di origine animale (2)

Nonostante, infatti, nel linguaggio comune con il termine “vegetariana” si intenda la dieta latto-ovo-vegetariana (LOV), il vegetarianesimo - in ambito scientifico - comprende tutte le varianti: dalla latto-ovo-vegetariana alla vegana.


  • Latto-ovo-vegetarismo (LOV): sono esclusi tutti i tipi di carne animale e derivati (mammiferi, uccelli, pesci, molluschi e crostacei), ma vengono consumati cibi animali indiretti, come il latte, le uova e i loro derivati.
  • Latto-vegetarismo (LV): sono esclusi tutti i tipi di carne animale e derivati, ma vengono consumati i latticini.
  • Veganismo: si basa esclusivamente su alimenti di origine vegetale. Sono quindi esclusi tutti i cibi di origine animale e loro derivati (tutte le carni, pesce incluso, latte e derivati, uova, miele, gelatina, coloranti come il carminio).

Tuttavia, è difficile - e forse neanche troppo simpatico ed opportuno - etichettare le persone.

Ci sono persone, infatti, che sono vegane, ma che consumano il miele. Altre che mangiano le caramelle gommose, nonostante contengano gelatina animale. Alcuni che pensano sia ridicolo controllare che anche il vino sia vegano e altri che evitano di uccidere i moscerini quando guidano in autostrada.

Tutte queste scelte, nonostante non rispettino alla lettera la filosofia vegana, non sono da criticare: si tratta sempre di un tentativo di fare meglio ogni giorno. Il cambiamento è una cosa seria e difficile da affrontare. Per questo motivo, dovremmo rispettare chiunque stia provando, anche a piccoli passi, anche se non nel modo che noi pensiamo sia il migliore, anche sbagliando, a fare qualcosa per prendersi cura di se stessi, della nostra Terra o degli animali.


Ma perchè diventare vegan?


1. Per la salute


Negli Stati Uniti, circa 93,3 milioni di persone sono obese e oltre 100 milioni soffrono di diabete o prediabete. Un fattore chiave (anche se non l’unico) nello sviluppo di queste - e di altre - condizioni metaboliche è la dieta.

Diversi studi hanno dimostrato che le diete vegane sono associate ad una ridotta incidenza di obesità perché tendono ad includere meno grassi trans (che si trovano principalmente in alimenti trasformati con grassi parzialmente idrogenati), meno grassi saturi (che si trovano anche in oli vegetali completamente idrogenati) e più fibre alimentari (3).

Ma sono le malattie cardiovascolari ad essere le cause più comuni di mortalità. La maggior parte di queste malattie sono causate da ostruzioni venose o arteriose (trombosi). 

Gli studi in materia sono davvero moltissimi e sarebbe impossibile farne una rassegna completa in questo articolo. Nel 2013, a distanza di 11 anni, gli autori dello studio Oxford-EPIC hanno riferito che il gruppo vegetariano (che comprendeva anche dei vegani) analizzato nel 2002 aveva un rischio inferiore del 32% di cardiopatia ischemica rispetto agli onnivori (Crowe et al. 2013). In un altro studio (Orlich et al. 2013), rispetto al gruppo di onnivori, i decessi per cardiopatie ischemiche e cardiovascolari sono risultati del 10% e 9% più bassi nel gruppo che consumava prodotti animali meno di una volta al mese e del 55% e 42% più bassi nel gruppo di coloro che seguivano una dieta vegana. Nonostante gli studi Oxford-EPIC e AHS-2 riguardino la popolazione occidentale, risultati simili sono stati ottenuti in uno studio cinese, in cui uomini sani che non consumano prodotti animali hanno un rischio di malattie cardiovascolari inferiore rispetto agli uomini onnivori (Yang et al. 2012).

In generale, ci sono moltissimi medici come il dottor Michael Klaper, Neal Barnard o John A. McDougall che sostengono la dieta vegana.

Attenzione, però. La dieta vegana non è necessariamente sinonimo di mangiare sano. Il mercato, infatti, sull’onda di questo trend, offre sempre di più prodotti industriali e processati adatti a questo tipo di alimentazione. Formaggi, caramelle, biscotti, patatine, salsicce possono essere vegani, ma rimangono comunque alimenti non sani. 

Una dieta vegana deve basarsi prima di tutto su frutta, verdura, cereali, legumi, semi oleaginosi e frutta secca per essere ricca di nutrienti, fibre, vitamine e minerali. Come in ogni altro regime alimentare, l’equilibrio è la chiave di tutto.

Il Business Insider ha pubblicato un articolo in cui illustra i principali effetti sul nostro corpo dovuti al passaggio a una dieta completamente vegana.

Nelle prime settimane in cui si eliminato carne, latticini e derivati, si percepisce un aumento di energia. Questo vale se ovviamente non ci si abbuffarsi di carboidrati raffinati per sopperire all’assenza di carne e formaggi. Frutta, verdura e noci sono i principali alimenti che aumenteranno i vostri livelli di vitamine, minerali e fibre. Questo porterà conseguentemente anche a una migliore funzionalità e movimento intestinale.

Dopo alcuni mesi (3-6 mesi), diverse persone riscontrano un miglioramento nell’aspetto della pelle che risulta più luminosa e più pulita, con meno acne e inestetismi.

Per questa prima ragione, vi suggeriamo due documentari a riguardo:  


  • Forks Over Knives (2011): in italiano “Forchette contro coltelli”, è un documentario che sostiene l'efficacia per la salute di una dieta che, a differenza delle tipiche abitudini americane, escluda gli alimenti di origine animale e si basi invece su quelli vegetali e integrali, per favorire la prevenzione e cura di numerose patologie. Sito ufficiale: https://www.forksoverknives.com/the-film/
  • The Game Changers (2018): è un documentario che indaga i benefici di un’alimentazione vegana per gli atleti e svela miti obsoleti sul cibo. Sito ufficiale: https://gamechangersmovie.com/

2. Per l'ambiente


Lo sapevi, ad esempio, che produrre 1 kg di proteine dai fagioli richiede circa 18 volte meno terra, 10 volte meno acqua, 9 volte meno carburante, 12 volte meno fertilizzante e 10 volte meno pesticidi rispetto alla produzione di 1 kg di proteine di vitello?

Gli allevamenti intensivi sono una delle principali cause dei gas serra, in particolare di metano e protossido di azoto. Secondo un rapporto FAO del 2013, il bestiame è responsabile del 14,5% delle emissioni di gas serra causate dall’uomo. Il metano (CH4) è generalmente prodotto dalla fermentazione degli alimenti durante il processo digestivo dell'animale e dallo stoccaggio del letame e ha un effetto 28 volte maggiore della CO2 sul cambiamento climatico. D'altra parte, il protossido di azoto viene prodotto dall'uso di fertilizzanti e pesticidi e ha un potenziale di riscaldamento globale 256 volte superiore dell’anidride carbonica. Non calcoliamo poi le emissioni per il trasporto e la distribuzione della carne che, dalla macellazione deve arrivare agli scaffali del supermercato o ai ristoranti dall’altra parte del mondo.

Un terzo del consumo d’acqua è destinato alla produzione di prodotti animali e in questo dato non viene contata tutta quella che serve per coltivare i mangimi che servono per nutrire questi animali. Negli Stati Uniti è pari al 56% del consumo totale di acqua (5). Inoltre, la produzione di cereali e sementi per l'alimentazione del bestiame richiede solitamente grandi concentrazioni di fertilizzanti e pesticidi che si infiltrano nelle acque sotterranee e le contaminano. Queste vengono contaminate anche dai rifiuti di quest’industria, con letame, urine, antibiotici e medicinali, che finiscono nei corsi d’acqua.

Allevare gli animali a scopo alimentare richiede anche un utilizzo enorme di terreni. Più di un terzo delle terre emerse viene utilizzato per coltivazioni per mangimi e allevamenti (6) Si tratta di terreni che non solo vengono continuamente degradati e sfruttati a causa dell’agricoltura intensiva, ma che vengono anche disboscati per essere destinati al pascolo o alla coltivazione di cereali destinati all’alimentazione del bestiame. Questa è una delle cause, ad esempio, degli incendi che stanno distruggendo la foresta amazzonica. Soprattutto a causa della soia (e - più in generale - delle monocolture) che, paradossalmente, nonostante sia un alimento molto consumato nelle diete vegetariane e vegane, in questo caso viene coltivato principalmente per l’industria degli allevamenti. Le conseguenze su atmosfera ed ecosistemi sono drammatiche: la deforestazione e gli incendi influiscono anche sulle piogge contribuendo all’aumento della siccità. Si innesca così un circolo vizioso.


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A proposito, vi suggeriamo il documentario:


  • Before the Flood (2016): in italiano “Punto di non ritorno” è un documentario sul cambiamento climatico. Leonardo DiCaprio discute con le più importanti personalità del pianeta sul cambiamento climatico che sta colpendo la Terra. https://www.beforetheflood.com/

Per gli animali


"Gli animali sentono come uomini gioia e dolore, felicità e infelicità" (Charles Darwin)


In natura non c'è distinzione tra animali da amare e animali da mangiare, se dormi insieme al tuo gatto o al tuo cane e mangi una mucca è semplicemente una questione di abitudini sociali. Imparare a considerare tutti gli animali allo stesso modo, con amore incondizionato e compassione, può fare la differenza.

Riducendo o eliminando il consumo di prodotti di origine animale si salvano miliardi di vite umane e si evita la sofferenza, il dolore e l'abuso di molti animali. Non dimenticare che la maggior parte degli animali che consumiamo sono stati messi al mondo esclusivamente per essere mangiati. Un’importante riduzione della domanda ridurrebbe anche la nascita innaturale di questi animali.

A riguardo, vi suggeriamo altri due documentari che possono aiutarvi a capire meglio di quali sofferenze parliamo:


  • Cowspiracy: The Sustainability Secret (2014): è un documentario che rivela il devastante impatto ambientale che l'allevamento di animali ha sul nostro pianeta. Sito ufficiale: 
  • Earthlings (2005): è un documentario antispecista che denuncia i vari modi che l'essere umano utilizza per sfruttare gli animali. Sito ufficiale:http://www.nationearth.com/

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Come potete vedere ci sono numerosi benefici di una dieta vegana. Sappiamo che all'inizio può essere travolgente, la prima cosa da ricordare è che nessuno è meglio di nessuno, tutti noi facciamo del nostro meglio con gli strumenti e l'educazione che abbiamo avuto, essere aperti al cambiamento è sempre il primo passo: ascoltare, essere informati, imparare a pensare per se stessi e soprattutto ascoltare il nostro corpo sono la chiave. 

Il progetto VegFacile può aiutarvi a fare il primo passo. Sul loro sito troverete molte delle risposte che cercate alle vostre domande, utilissimi consigli e anche degli ebook gratuiti con alcune ricette golose. Che cosa aspettate? Hanno anche un Vegan Starte Kit totalmente gratuito da poter scaricare. Approfittatene!



 

Fonti:

  1. L’origine del Veganismo in Veganitalia, http://www.veganitalia.com/faqs/lorigine-del-veganismo/
  2. Menotti A., Vegetarianismo, in Universo del corpo, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1998-2000.
  3. Rizzo et al. 2013; ADA 2009, 1274; McEvoy e Woodside 2010, 84; Spencer et al. 2003; Davey et al. 2003; Haddad et al. 1999
  4. Sabaté, J., Sranacharoenpong, K., Harwatt, H., Wien, M., & Soret, S. (2015). The environmental cost of protein food choices. Public Health Nutrition, 18(11), 2067-2073. doi:10.1017/S1368980014002377
  5. Animal Agriculture Wastes One-Third of Drinkable Water (and 8 Other Facts for World Water Day) in Mercy for Animals, 2018 di Loria Joe, https://mercyforanimals.org/animal-agriculture-wastes-one-third-of-drinkable
  6. Summary for policymakers of the global assessment report on biodiversity and ecosystem services of the Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services, 2019, https://www.ipbes.net/sites/default/files/downloads/spm_unedited_advance_for_posting_htn.pdf.


 

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